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DUE PAROLE SULLA CREATIVITA'.

Aggiornamento: 30 mar 2020




Come cambia la creatività in un contesto in cui il rapporto tra brand e utente è sempre più fluido?


La tecnologia, la fluidità del contesto e la scienza dei dati nell'universo pubblicitario stanno cambiando l’approccio alla creatività. Abbiamo informazioni in grado di contaminare il processo creativo e sappiamo in modo predittivo che cosa è più probabile che sia efficace.

Avere accesso alle informazioni in ogni istante, con ogni strumento e soprattutto in tempi rapidi, pone il creativo nella condizione di non avere una seconda occasione per fare una buona prima impressione. Il messaggio oltre ad utilizzare una creatività “disruptiveness”, deve essere rapido nella sua esposizione, deve attrarre, ispirare e convincere in tutte le forme in cui è declinato.


Creatività, che per fortuna, rimane ancora l’ago della bilancia ed è ancora in grado di fare la differenza.


Una creatività, che nella sua assoluta libertà d’espressione, deve essere contaminata e guidata dai dati, plasmarsi in funzione delle peculiarità del ricevente il messaggio.

Una recente ricerca negli Stati Uniti, ha rilevato che il 71% dei consumatori dichiara di avere il doppio delle probabilità di cliccare un annuncio personalizzato, pertinente e utile, rispetto ad uno generico. La personalizzazione creativa impatta sul tono di voce, sull’immagine e su tutti quegli elementi sensoriali che sollecitano i sensi dei nostri interlocutori. Anche una musica differente abbinata allo stesso video genera risultati straordinariamente diversi in funzione del segmento di pubblico a cui è indirizzata.


Ma come possono poesia e genialità abbracciare i confini che l’arido dato impone?

Questa pratica, nonostante tutto assai poco diffusa, può apparire un ossimoro e per molti creativi è sintomo di gastrite generalizzata, ma, riflettendoci, il dato ci indirizza verso quella direzione da sempre agognata, raggiungere la persona giusta, al momento giusto e con il giusto contenuto. Più la qualità del dato è elevata, migliore sarà la risposta creativa e maggiore sarà l’efficacia del nostro messaggio.


Una creatività che cambia, che diventa più incisiva e fluida, che nasce dal monitoraggio costante di abitudini, luoghi, oggetti ed intercetta il consumatore in quei “micro-moments” in cui il bisogno lo rende più sensibile, vicino al brand e al prodotto. Il nostro annuncio non è più percepito come invadente, poiché, veicolato al momento giusto, diventa risposta ad un bisogno.

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